Mio Carissimo Eugenio Finardi

  • Aired on 29 Aprile 2024
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Miei Carissimi Milanesi
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Mio Carissimo Eugenio Finardi
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Non sa se definirsi italiano o americano ma di sicuro si sente milanese a tutti gli effetti. Così Eugenio Finardi introduce se stesso e la sua professione di cantante. Afferma con orgoglio di essere nato all’interno di uno strumento musicale, sua mamma, una cantante lirica americana, trasferitasi a Milano per studiare e che ha sempre definito la Scala il centro del mondo.

Fra Eugenio e la musica c’è un rapporto molto stretto tanto da arrivare a definirla assoluta. Le parole invece cambiano, sono individuali, ognuno parla il proprio linguaggio; solo nel momento in cui si fondono, dando vita alle canzoni, si riesce a rendere assoluto il testo e comprensibile la musica ai non musicisti.

Attraverso le parole di Eugenio Finardi abbiamo vissuto parte dei suoi ricordi, dalla nascita dei figli Elettra, Emanuele e Francesca, alle difficoltà incontrate lungo il percorso, fra cui il prezzo della fama e lo stress con cui ci si deve confrontare ogni giorno. Senza però dimenticare quanto sia importante la capacità di risalire a galla dalle situazioni più difficili e di riuscire a trovare il lato positivo delle cose. 

Amante di Milano, città cosmopolita già dagli anni ‘70, in cui ognuno si può sentire libero di essere se stesso e in cui ci si può dedicare, anima e corpo, alle proprie passioni.

Eugenio Finardi è stato inoltre “nave scuola” per tantissimi, con quella sua capacità di far emergere quello che i musicisti avevano dentro e di cui magari non ne erano completamente a conoscenza. Coach di sezioni ritmiche ha inoltre collaborato con tantissimi artisti.

Questa puntata di Miei Carissimi Milanesi è un incontro sincero in grado di arrivare a chiunque l’ascolti, senza la presunzione di mettere qualcuno sul piedistallo ed in grado di parlare con un linguaggio universale, toccante e comprensibile a tutti.

Eugenio Finardi: un artista poliedrico che affronta temi di attualità come il disagio psicologico, il problema dello Stadio di San Siro e dell’intelligenza artificiale. Un artista che non subisce il tempo che passa ma che lo vive, traduce e canta.

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